L’arte di portare i bambini: benefici della mamma canguro

L'arte di portare i bambini: benefici della mamma canguro

Grazie a Elisa ho scoperto il mondo del portare in fascia e del Babywearing. E’ stata lei a guidarmi verso questa nuova consapevolezza mentre ascoltavo e assecondavo il suo bisogno di alto contatto.

E io non ho potuto fare altro che lasciarmi guidare dal mio istinto. Mi sono documentata e ho scoperto il concetto di esogestazione, cioè il periodo dopo la nascita nel quale il bambino cresce e si sviluppa grazie all’interazione con l’ambiente e alle relazioni affettive che instaura con chi si prende cura di lui. In questa fase il piccolo cerca fuori dal grembo materno le stesse condizioni di stabilità, calore, avvolgimento, protezione e sicurezza che aveva nell’utero.

La fascia è lo strumento più antico in nostro possesso capace di trasmettere quel senso di continuità con lo stato gestazionale. Non c’è nulla in grado di rafforzare il legame madre-figlio quanto la pratica del “portare”.

babywearing

In origine, il metodo della mamma-canguro è stato inventato in Colombia per sopperire alla mancanza di incubatrici in un reparto di maternità a Bogotà. Questo rivoluzionario sistema riprende le tecniche tradizionali delle mamme indigene e africane e, negli ultimi anni, è una pratica che si è diffusa anche nei paesi industrializzati. Nato per la cura dei bambini prematuri, oggi è praticato anche per l’instaurarsi del legame mamma-bambino e facilitare l’allattamento al seno.

Il bambino è portato in pancia per nove mesi, e nasce ovviamente ancora molto dipendente dal legame con la madre. L’essere portato addosso è per lui un’esperienza fortemente rassicurante in quanto ricrea le condizioni della vita intrauterina: il piccolo sperimenta di nuovo il dondolio procurato dai movimenti materni, può percepire il battito cardiaco e il respiro materno, oltre a sentirsi contenuto e raccolto.

Il bisogno di contenimento è probabilmente l’esigenza più importante per un neonato, basti pensare che il cucciolo d’uomo nasce con sole due paure: quella del vuoto e quella dei rumori. Il piccolo scopre così il mondo dal suo habitat naturale: il corpo della mamma.

Marsupi o fasce offrono un modo diverso di trasportare i propri piccoli, ma anche di accudirli. Offrire al neonato subito dopo la nascita un ambiente simile a quello uterino soddisfa il suo bisogno di contatto e favorisce una crescita sana sia dal punto di vista emotivo-psicologico sia fisiologico. Inoltre, diversi studi sul tema del  portage hanno dimostrato che il tempo in cui il bebé viene portato pancia a pancia migliora lo sviluppo della colonna vertebrale e diminuisce il rischio di scoliosi.

Il marsupio (o fascia) funge da “utero di transizione” o “utero con vista” nel quale il bimbo continua ad essere cullato come nel grembo materno. Nei primi mesi di vita è giusto dare una continuità tra la tranquillità del “dentro” cui il neonato è stato abituato per 9 mesi e il caos del “fuori”, dove è inevitabilmente sovraesposto a una quantità di stimoli poco famigliari.

 

fascia elastica

Inoltre, l’arte di “portare” risulta anche molto pratica per i genitori perché la comodità e la libertà di movimento che il marsupio o la fascia garantiscono non ha eguali. Basti pensare alla differenza di muoversi in un mercato affollato o in un centro commerciale con un passeggino anziché con un marsupio.

Io ho sempre alternato l’utilizzo della fascia a quella del marsupio. In commercio ci sono diversi modelli, per la fascia vi consiglio quella elastica facile da indossare come questa. Oppure potete alternare anche la fascia ad anelli alla fascia  rigida.

Anche per il marsupio esistono diversi modelli in commercio, ma fate attenzione che sia sempre ergonomico

Su youtube potete trovare numerosi video tutorial per imparare la legatura della fascia.

Pensate che io ho scoperto il mondo del “portare” in modo corretto a seguito di un errore: non sapendo nulla di fascia porta bebè e marsupi ergonomici e non, quando Elisa aveva appena 3 mesi ho pubblicato sul mio profilo instagram una foto in cui indosso questo marsupio NON ergonomico. 

Si è scatenato l’inferno. Ho ricevuto moltissimi commenti di mamme esperte del portare che mi hanno suggerito di prendere un corretto supporto ergonomico per non rischiare di fare danni alla postura e alle anche di Elisa!

Infatti, non basta che su una confezione venga riportata la dicitura “ergonomico” per garantire che un portabebè lo sia veramente.

E per fortuna perché è così che ho avuto modo di conoscere la figura della consulente del portare che,  se siete un po’ impacciate come me con le legature, vi sarà di grande aiuto!

Sono felice di aver assecondato questo bisogno di contatto di Elisa e di aver scoperto solo con questa terza gravidanza il magico mondo del “portare”.

Un libro che non potete perdervi su questo argomento si intitola proprio “Portare i piccoli”.

Un manuale molto utile che chiarisce il fatto che portare, oltre ad essere una pratica antica tutt’ora presente in molte parti del mondo, è una modalità rispettosa e adatta nella relazione tra genitori e bambini proprio nella realtà occidentale e risponde in modo sicuro alle molteplici domande pratiche di chi porta.

Infine vi darà utili suggerimenti per orientarvi in modo consapevole nel vasto mondo del babywearing. 

Portare in fascia è la pratica più armonica e naturale che possa esistere. Il primo habitat naturale del cucciolo d’uomo è quindi il corpo della sua mamma, dove può ricevere cibo, calore, sicurezza fisica ed emotiva. Portare a contatto fa bene ai bambini e fa bene a chi porta

Come suggerisce Giorgia Cozza nel libro appena uscito sul babywearing dal titolo evocativo “mamma canguro”: “Contrariamente alla mentalità corrente (nella nostra cultura) soddisfare i bisogni espressi dai bambini, biologicamente predisposti a ricercare contatto e vicinanza, non equivale a viziarli. Assecondando questi bisogni li si aiuta, invece, a formare una base sicura di fiducia e sicurezza negli altri e nel mondo”.  

E voi? che tipo di rapporto avete avuto con fasce e marsupi? aspetto curiosa di leggere i vostri commenti 🙂

Bibliografia per approfondimenti:

Sono qui con te di Elena Balsamo

maternage

quanto costa un figlio

 

 

 

 

 

 

 

 

Bebè a costo zero di Giorgia Cozza

Mamma Canguro di Giorgia Cozza

Portare i piccoli di Esther Weber

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