5 consigli pratici per i genitori su come leggere ai propri figli

5 consigli per i genitori su come leggere ai propri figli

Ogni genitore legge in modo diverso le storie ai propri figli e questo è un bene, però credo ci siano delle indicazioni utili da tenere a mente che ognuno possa poi declinare a suo piacimento all’interno della relazione genitore-bambino.

Prima, però, vorrei condividere questo pensiero di Daniel Pennac sull’importanza di leggere ai nostri bambini, gli adulti di domani:

Le storie che gli leggevamo brulicavano di fratelli, sorelle, doppi ideali, squadriglie di angeli custodi, schiere di amici tutelari che si facevano carico delle sue pene, ma che, lottando contro i propri orchi, trovavano anch’essi rifugio tra i battiti inquieti del suo cuore. Era diventato il loro angelo reciproco: un lettore. Senza di lui, il loro mondo non esisteva. Senza di loro, lui rimaneva imprigionato nello spessore del suo. Così scoprì la virtù paradossale della lettura, che è quella di astrarci dal mondo per trovargli un senso”.

Vediamo le 5 indicazioni per me più importanti sul come leggere ai nostri figli


1) La continuità.
Leggi a tuo figlio almeno una storia al giorno in modo che diventi un appuntamento fisso tra te e lui, magari al termine della giornata: a lui servirà per addormentarsi e a te genitore per rilassarti. In ogni caso è importante che sia un “invito” alla lettura, mai un obbligo. Quindi, se vostro figlio non desidera la storia, non forzatelo. Arriverà il momento giusto.
5 consigli pratici per i genitori su come leggere ai propri figliMi ricordo che, all’inizio, ho fatto fatica ad abituare i miei figli a leggere la “fiaba della buonanotte” perché, mentre il più piccolo, Mattia, ha da sempre amato i libretti ed era lui per primo a chiedere la storia, il più grande, Giacomo, si mostrava disattento e preferiva fossi io a inventargliene una.

In ogni caso anche le storie raccontate oralmente vanno benissimo, che siano inventate da noi o riprese da altri per introdurli al piacere dell’ascolto, che presto si tramuterà nel piacere di leggere. Così ho iniziato leggendo un libretto breve a sera in modo che Giacomo riuscisse a “seguire” senza distrarsi e che al tempo stesso accontentasse la voglia di lettura di Mattia. Adesso invece ne leggo almeno due a sera su esplicita richiesta di entrambi. E’ diventato un rituale del quale non riescono a fare a meno. Ogni tanto, mi tocca anche rispolverare il mio personale repertorio di fiabe inventate o raccontate. Di sicuro il momento della “buona notte” a casa nostra impegna almeno un’oretta a sera, per questo io e mio marito ci diamo i turni per metterli a letto.

5 consigli pratici per i genitori su come leggere ai propri figli 5 consigli pratici per i genitori su come leggere ai propri figli


2) L’interazione e la pausa.
La lettura del libro è preferibile sia interattiva e non “ex-cattedra”: potete chiedergli di indicarvi le figure, o chiedere di indovinare cosa potrebbe succedere dopo. Questa domanda è bene porgliela anche quando il libro lo avete già letto più volte e quindi il “dopo” è a loro noto. I bambini amano infatti farsi trovare “preparati” e il fatto di conoscere nel dettaglio una storia e il suo finale li rassicura.

Io facevo esattamente il contrario di quanto adesso mi trovo a consigliare: leggevo frontalmente e mi infastidivo se ogni tre secondi mi interrompevano. Alla fine ho provato ad assecondarli, ad accettare l’interruzione e mi sono rassegnata a perdere continuamente il filo del discorso (della lettura), perché ho capito che alla fine anche la lettura di una storia può diventare un pretesto conversazionale con loro. Si può partire dagli stimoli che offre il libro per andare “oltre”, anche perché sarà proprio vostro figlio a proporvi nuovi spunti, così che da una storia ne possano nascerne infinite.

Inoltre ho notato, per dare respiro al testo e per capire se la storia li sta davvero “prendendo”, che è utile fare anche pause lunghe tra una parola e l’altra creando una sorta di suspense. Sarà questo un silenzio magico e pieno di curiosità e aspettativa interrotto soltanto dalla sua vocina che vi chiederà: ”E poi? Cosa succede?” Ma chi? Cosa?”.

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3) Fatevi aiutare e semplificate.
Potete fingere di leggere “male” una parola o saltarla di proposito, per vostro figlio la possibilità di potervi correggere lo farà sentire importante e a voi utile.Sarà quindi vostro figlio a darvi la misura di quanto sia giusto tenere una pausa non solo tra una frase e l’altra ma anche tra un articolo e un nome: “E allora IL ……..(pausa lunga) SIGNORE dal cappello giallo bussò alla porta”.

Con il tempo mi sono rassegnata a non dover iniziare e per forza terminare una storia la sera stessa (un po’ “maniacalmente” il mio obiettivo era finire la favola). Avendo appurato che, lasciando il “segno” sulla pagina, ai miei figli il fatto di concludere la storia la sera dopo non cambiasse assolutamente nulla, allora ho iniziato a divertirmi con loro e a stare magari anche mezz’ora su una stessa pagina, facendo loro indovinelli o chiedendo a loro di “leggermi” la storia fino a quel punto.

Può capitare che in alcuni libretti per bambini ci siano parole non di immediata comprensione e quindi spesso mi capita di sostituire ad esempio l’aggettivo “indispettito” con un sinonimo sicuramente ai miei figli più famigliare come “infastidito”.

Insomma, sentiamoci liberi di tradire l’autore e di re-interpretare il testo cambiando le parole e adattandolo alle nostre esigenze. Per una sera potremmo anche inventarci un finale alternativo, partendo ad esempio da questa domanda: “Cosa sarebbe successo al protagonista SE invece di fare così avesse fatto diversamente?”

4) Libertà di scelta. Nella sua cameretta sistemate i libri in uno scaffale alla sua altezza. E’ bene dare a lui la possibilità di scegliere la storia da leggere insieme.

Prima avevo messo i libri nell’ultimo ripiano della libreria, anche se avevo letto i consigli montessoriani dello “scaffale” a portata di bambino, ma visto che i libretti li leggevano soprattutto la sera, avevo preferito mettere alla loro altezza i giocattoli che usavano con più frequenza. Dopo averli visti arrampicarsi sulla libreria rischiando la vita ho fatto mettere un apposito scaffale sopra il letto e ho ovviamente spostato i libretti restanti negli scaffali più bassi.

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5) Ogni età ha il suo intrattenimento. “Nel primo anno di vita ci si potrebbe limitare alle ninna nanne e alle canzoncine. Fino ai due anni invece si potrebbe passare a filastrocche e brevi storielle, anche frutto della creatività e della fantasia del genitore. Per poi passare alle fiabe classiche attorno ai tre/quattro anni, quando il bambino può capirne il significato e trarne insegnamento”

(Evi Crotti, psicopedagogista ed esperta dell’età evolutiva)

Personalmente ho sempre “improvvisato” il tipo di lettura basandomi sulle età consigliate sul retro dei libretti stessi, ma tenendo anche presente che spesso ci sono libri consigliati per un’età magari maggiore ma che in realtà possiamo benissimo iniziare a leggere.

Basta essere bravi noi a tradurre la storia al livello di linguaggio comprensibile a nostro figlio.

“Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carrol è il tipico esempio di una storia che ha diversi piani di lettura e che possiamo iniziare a raccontare ai nostri figli sin da piccolissimi (ponendo magari l’accento solo su alcuni personaggi come il Bianconiglio) aspettando che crescano per comprenderne a fondo il significato.

E voi in che modo leggete libri ai vostri figli?

Se ti interessa, guarda qui sotto il mio video “4 buoni motivi per leggere ai vostri figli”

 

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