Un gioco per trasformare i nomi in fiaba

Quando ero piccola il mio nome non mi piaceva. Avrei voluto chiamarmi Silvia, come una mia compagna di classe che aveva le lentiggini e i capelli lisci, che mi sarebbe tanto piaciuto avere.

Tutti mi dicevano che Giulia era un bellissimo nome classico e che con il tempo lo avrei apprezzato.

In realtà, ha iniziato a piacermi quando, ai tempi del liceo, erano molto di moda due canzoni la cui protagonista aveva proprio il mio nome. 

Mi divertiva quando per chiamarmi gli amici iniziavano a intonare “Brava Giulia, e brava Giulia”…. oppure “Giuliaaa il tuo nome è come musica mi riempie e non mi stanca mai…”

Prima di allora non avevo mai fatto caso alla melodia del mio nome, ma con il passare degli anni l’ho sentito appartenermi sempre di più. Ho imparato ad amarlo e, soprattutto, a sentirmelo addosso, come un abito né troppo stretto né troppo largo, ma “giusto” per me.

Quando ho dovuto scegliere il nome dei miei figli ho sempre cercato di sceglierne uno che mi piacesse ma che, in qualche modo, potesse essere anche musicale, avere un ritmo. Giacomo lo sentivo “melodicamente” vicino a “Giulia” e Mattia, invece, è stato scelto in onore dello zio, non a caso musicista.

Non nascondo poi che l’esistenza del bellissimo brano “Per Elisa” sia uno dei motivi che ci ha convinti a scegliere questo nome per l’ultima arrivata.

Ogni nome ha una magia che lo accompagna, perché il legame che ognuno di noi ha con il proprio nome è frutto di meccanismi radicati dentro di noi, ma anche dentro la nostra cultura.

Basti pensare alla locuzione latina “nomen omen“, che simboleggia la credenza degli antichi Romani – ormai superata ma comunque affascinante – secondo la quale nel nome delle persona fosse indicato il suo destino.

Per il bambino il nome, oltre a essere il primo suono che lo rappresenta, è un simbolo di identificazione che lo aiuta a prendere consapevolezza del suo posto nel mondo.

Per questi motivi mi sono innamorata del gioco “La magia del tuo nome”, che trasforma ogni nome in una fiaba, basandosi sul metodo di Maria Montessori, la nota pedagogista italiana che ha rivoluzionato il modo di porsi in ascolto del bambino e dei suoi reali bisogni.

Secondo Maria Montessori il bambino – che deve essere lasciato libero di sperimentare in autonomia – apprende attraverso la scoperta e l’autocorrezione.

Il bambino costruisce la sua intelligenza attraverso l’esperienza, motivo per cui la manipolazione tattile è un caposaldo del metodo montessoriano.

I giochi sensoriali sono pertanto da privilegiare insieme alla pratica della narrazione, che è fondamentale perché in grado di stimolare non soltanto il pensiero cognitivo, affettivo e sociale del bambino, ma anche quello etico. I valori, l’integrità e il modo di stare dell’adulto nel mondo, vengono trasmessi al bambino dalla famiglia, ma possono essere rinforzati proprio grazie alle storie e alla loro narrazione.

Come funziona il gioco?

Così come la fantasia non presenta confini, anche questo gioco consente infinite possibilità di narrazione.

La prima modalità di gioco è quella che vede protagonista il nome del bambino. 

Dopo aver scomposto il nome nelle lettere che lo compongono, si dovrà associare a ogni lettera una delle 100 tessere illustrate presenti nel gioco. Ad ogni lettera, in questo modo, verrà associato un elemento fantastico. Ecco comporsi gli elementi che faranno parte della fiaba del nome: la M di Mago, si unisce alla A di Amuleto, che incontra la R di Regina, passando per la C di castello e scontrandosi con la O di Orco.

Ecco che MARCO potrà sbizzarrirsi inventando una fiaba i cui protagonisti sono stati ispirati dalle lettere che compongono il suo nome. Voltando ogni tessera, è possibile scoprire una piccola descrizione in rima su ogni soggetto che serve a stimolare la fantasia del bambino e fornirgli un input di narrazione.

Al bambino non mancheranno suggestioni per sviluppare in autonomia un racconto che abbia un inizio, uno svolgimento e una fine. All’interno del gioco, infatti, è presente un grande poster (il compositoio) sopra il quale basterà mettere le lettere seguendo le tre parti importanti della narrazione: Inizio, svolgimento e fine.

Altre modalità di gioco prevedono la composizione non solo del nome del bambino ma anche di mamma e papà (i miei figli l’hanno fatto subito dopo aver provato i loro). Nomi di amici, nomi inventati, nomi di cose o animali/insetti (nuvola, luna, lucciola etc…) possono tutti quanti ispirare grandi e inaspettate narrazioni.

Insomma “La magia del tuo nome” è un gioco educativo, ma al tempo stesso divertente e stimolante. Adatto dai 5 anni in su.

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